Cronaca

"Vignetta" autostradale, l'Italia ci pensa

I politici lombardi cercano una soluzione al caro pedaggi e guardano con interesse al modello svizzero

  • 15 gennaio 2014, 15:32
  • 6 giugno 2023, 14:53
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Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini durante la protesta in autostrada

  • ANSA

La politica lombarda, dopo le polemiche degli scorsi giorni circa l’aumento dei pedaggi autostradali nel Nord Italia, sta analizzando il metodo di pagamento utilizzato dalla Confederazione. Tutti i partiti si sono chinati sul problema, a cominciare dalla Lega Nord che sabato 12 gennaio ha “bloccato” il casello di Gallarate proprio in segno di protesta. In quell’occasione ha parlato pubblicamente anche un ticinese, commento ripreso poi dai giornali italiani, che ha raccontato di viaggiare tutto l’anno con 40 franchi in Svizzera, “gli stessi che tiro fuori se vado quattro volte a Milano”.

Il metodo svizzero analizzato a Milano e proposto a Roma

“Il vostro metodo, ha detto il Commissario della Provincia di Varese Dario Galli, va certamente analizzato e mutuato alle nostre esigenze, data la vastità del territorio. Lo si potrebbe prendere a prestito pensando ad abbonamenti mensili o annuali che vadano incontro alle esigenze di chi viaggia per lavoro, tutti i giorni, come di chi viaggia per "diletto".

Guardando a chi l’autostrada la prende tutti i giorni, come a chi sa di doverla usare per un periodo limitato, mantenendo comunque una cifra standard ma calmierata al casello per chi non sceglie nessuna delle due ipotesi”. Per Dario Galli la soluzione è una "regionalizzazione" delle autostrade del Nord. "Noi, tutti quelli che si mettono in marcia su queste strade compresi voi svizzeri che venite in Italia, anche solo a Milano, paghiamo anche per quelli che le autostrade non le pagano, penso al Sud Italia o al Grande Raccordo Anulare di Roma (GRA), una situazione che non possiamo più sostenere". Per un ticinese, andare e tornare da Lugano a Milano, passando per l’Autolaghi, arriva a costare circa 10 franchi.

I numeri di un modello vincente per gli italiani

In Regione Lombardia, dunque, c’è chi si sta dando da fare, chiedendo informazioni tecniche pure a Berna, soprattutto dopo aver considerato, proprio come da comunicazione dell’USTRA, che nel solo 2012 sono stati venduti circa 9 milioni di contrassegni autostradali, di cui 3,2 acquistati al confine o nei punti vendita all’estero da automobilisti stranieri. Nei soli valichi attorno al Ticino sono state emesse 321.770 vignette, per un incasso di 12,8 milioni di franchi.

Regionalizzare le autostrade che dai valichi portano a Milano

"Il modello svizzero va benissimo, ha detto il deputato alla Camera del Partito Democratico Daniele Marantelli, ma qui più che il modello in cui entrare bisogna guardare a quello da cui uscire. Se non sarà rimessa in discussione la concessione che il Governo ha dato alla società che gestisce l’autostrada, lo dico anche agli amici svizzeri, ci saranno aumenti, come da contratto, da qui al 2038 perché tale è la durata della concessione e c’è la possibilità contrattuale di poter applicare aumenti per garantire investimenti anche a fronte di minor traffico". Marantelli si chiede quali siano questi investimenti e si dice d’accordo con i leghisti. "La regia di queste strade deve essere regionale, ecco perché bisogna agire su due livelli: modificare i poteri dell’autorità dei trasporti intervenendo su vecchie concessioni e, appunto, dare alla Lombardia la possibilità di gestire il pedaggio secondo un modello preciso, anche sulla scorta di quanto di buono vediamo dalla vicina Svizzera".

Simone della Ripa

Il dialogo

Mercoledì pomeriggio il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi ha incontrato i concessionari autostradali mettendo sul tavolo soluzioni come lo sconto massimo del 20% per il pendolare che in un mese effettua 40 viaggi tra andata e ritorno. C'è poi una progressività nelle riduzioni del prezzo per frequenze inferiori con una la distanza minima di percorrenza, per poter godere delle agevolazioni, di 50 chilometri.Tali misure potrebbero entrare in vigore, se accettate, i primi di febbraio. A Milano continuano a preferire una soluzione "alla svizzera"

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