Porte e finestre: insoddisfatti e non rimborsati

“Massimo isolamento termico/acustico, comfort abitativo, risparmio energetico. Scoprite la qualità dei nostri prodotti.”

Si pubblicizza così il Gruppo RE, un’azienda di infissi attiva in Ticino. Quanto basta per affidarsi ai loro servizi. Così hanno pensato tanti consumatori della Svizzera italiana. Mai si sarebbero aspettati di scoprire una realtà molto diversa. Perché quelle che hanno montato a casa loro erano finestre “con svista”... anzi “sviste”, molte "sviste", o meglio per dire le cose come stanno: un disastro.

Che qualcosa non funzionasse alla perfezione però lo avevamo già notato. Al momento di firmare il contratto la ditta - come è prassi - chiede un anticipo: metà dell’importo. Ma poco dopo arriva la stangata: bisogna pagare l’intera somma anticipatamente altrimenti non battono chiodo. Sono le condizioni capestro che non ti aspetti. E molti clienti cedono. Salvo poi scoprire che quelle finestre sono state montate in modo disastroso: serramenti che fanno acqua, isolamenti mancanti, buchi nei muri, montaggi improponibili.

Patti chiari indaga sull’azienda e chiama in causa un esperto del settore. E i clienti? Beh, loro si ritrovano coi lavori malfatti, incompleti ma, soprattutto, con le spalle al muro. Quanto sono frequenti queste situazioni? E cosa si può fare per cercare di non cadere in certe trappole? Quali sono le vie d’uscita? Ma soprattutto sono accettabili certe condizioni contrattuali?

Ne parliamo in studio con Ida Spadafora e Beatrice Zeli, clienti del Gruppo Re, Daniele Graber, giurista dell’Ordine ticinese ingegneri e architetti, Francesco Lurati, il vice presidente unione artigiani ticino.

Presa di posizione

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