Da Gravesano a Gordola, da Mezzovico a Porza: sono molti i cittadini ticinesi che, tra il 2022 e il 2023, hanno approfittato delle sovvenzioni pubbliche per installare impianti fotovoltaici e che ora hanno deciso di chiamare in causa Patti chiari. Il motivo? Molti di loro sono delusi e amareggiati e alcuni si sentono addirittura ingannati.
Eppure quello nell’energia rinnovabile è un investimento apparentemente molto interessante sia dal profilo ambientale che da quello economico. Chi produce da sé l’energia, infatti, non deve più acquistarla dalle aziende elettriche o deve acquistarne molta meno.
E non è tutto: se il proprio impianto solare produce più energia di quella che si utilizza, si può addirittura rivendere l’eccesso. Come? Chi ha usufruito degli incentivi pubblici deve rivenderla all’AET, l’azienda elettrica ticinese. Chi non ha usufruito di sovvenzioni può scegliere invece, tra le varie aziende elettriche sul mercato, quella che paga meglio.
Un affare, insomma, soprattutto con i prezzi dell’energia elettrica nel 2022, quando l’AET pagava 22 centesimi al kilowattora l’energia pulita che acquistava dai privati.
E adesso?
Oggi le cose sono radicalmente cambiate. E nel mirino delle critiche è finita soprattutto l’AET.
La cosiddetta “tariffa di remunerazione“ è infatti crollata da 22 a 7 centesimi al kilowattora, con punte al ribasso – come quella toccata la scorsa estate – che hanno sfiorato addirittura i 3 centesimi.
E così, mentre l’energia venduta all’AET veniva pagata sempre meno, ad aumentare sono stati malumori e domande: ma come è possibile? E perché l’energia pulita venduta dai privati all’AET viene pagata 7 centesimi al kilowattora, ma se gli stessi privati devono acquistare energia dall’AET la pagano circa 5 volte tanto? E ancora: perché altre aziende elettriche offrono tariffe di remunerazione molto migliori?
Possibili contromisure
Per correre ai ripari e non dover dipendere dalle tariffe di rimunerazione ballerine, c’è chi si è ingegnato installando delle batterie di accumulo in modo da non dover “regalare” a terzi la propria energia ma sfruttarla per sé al momento del bisogno.
Certo, si tratta di un ulteriore investimento che va ad aggiungersi a quello già esoso per i panelli solari. Ma alla fine chi ha deciso di andare in questa direzione, interpellato da Patti chiari, si è detto molto soddisfatto: la fattura per l’energia elettrica si è quasi dimezzata.
“L’informazione non è stata corretta”
Del resto, è proprio questa la soluzione ideale secondo Ticino energia, l’associazione che per conto del Cantone offre consulenze a chi si appresta ad investire nell’energia rinnovabile.
Interpellati da Patti chiari sulla delicata questione del crollo delle tariffe di rimunerazione di AET, i rappresentanti dell’associazione hanno ammesso a denti stretti che al momento della firma del contratto per un impianto fotovoltaico con il picco di 22 centesimi al kilowattora, a molti cittadini non è stata fornita un’informazione corretta facendo credere che quella tariffa sarebbe rimasta a quei livelli ancora per molto tempo.
Tariffa minima di rimunerazione
Negli ultimi anni anche molti politici ticinesi hanno sollevato la questione attraverso mozioni ed interpellanze chiedendo l’introduzione di una tariffa minima di rimunerazione di almeno 15 centesimi al kilowattora.
Fino ad oggi però non se n’è fatto nulla. Ma nelle scorse settimane il Consiglio Federale ha deciso che a partire dal 2026 la tariffa di rimunerazione delle aziende elettriche cantonali non potrà scendere al di sotto dei 6 centesimi al kilowattora. Basterà per calmare gli animi di chi ha investito nell’energia verde negli anni d’oro?
- PRESA DI POSIZIONE CONGIUNTA - Dipartimenti DFE e DT
https://cook.cue.rsi.ch/rsi/la1/programmi/informazione/patti-chiari/c72lqu-PRESA-DI-POSIZIONE-CONGIUNTA-Dipartimenti-DFE-e-DT/download/PRESA+DI+POSIZIONE+CONGIUNTA+-+Dipartimenti+DFE+e+DT+.pdf
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La protesta degli abbonati - di Eleonora Terzi e Fabio Salmina
A novembre 2024 arrivano in redazione i primi messaggi preoccupati. Gabriele ci racconta di essere stato contattato dalla palestra Gimnasium di Castione con una richiesta di pagamento di 5’500 franchi!
Il motivo? Non avrebbe disdetto un vecchio abbonamento del 2019 che quindi si sarebbe rinnovato automaticamente di anno in anno…
Ma questa, e lo scopriremo presto, era solo la punta dell’iceberg. A gennaio le segnalazioni sullo stesso centro fitness si moltiplicano, e non solo a Patti chiari!
Ma cosa è successo? Il 22 gennaio 2025 la polizia è intervenuta alla palestra Gimnasium di Castione per presenziare all’esecuzione dello sfratto; un dettaglio rende però la situazione surreale… proprio in quei giorni, il centro aveva organizzato la settimana delle porte aperte…
Nessuno tra i clienti sapeva o sospettava nulla.
Non solo, la palestra ha continuato a incassare fino alla fine. L’ultimo abbonamento è stato venduto alla mattina del 22 gennaio, poche ore prima della chiusura.
Ancora una volta una brutta storia di prestazioni pagate e non garantite parzialmente o totalmente, una vicenda che fa arrabbiare i cittadini, spesso vittime indifese.
- Presa di posizione - GIMNASIUM HEALTH, FITNESS, BEAUTY & SPA
https://cook.cue.rsi.ch/rsi/la1/programmi/informazione/patti-chiari/ox2z49-Presa-di-posizione-GIMNASIUM-HEALTH-FITNESS-BEAUTY-SPA/download/Presa+di+posizione+-+GIMNASIUM+HEALTH%252C+FITNESS%252C+BEAUTY+%2526+SPA.pdf
- Presa di posizione - DIREZIONE GIMNASIUM
https://cook.cue.rsi.ch/rsi/la1/programmi/informazione/patti-chiari/135v17-Presa-di-posizione-DIREZIONE-GIMNASIUM/download/Presa+di+posizione+-++DIREZIONE+GIMNASIUM.pdf