Grigliata in giardino con gli amici? Da dimenticare. Tintarella sulla sdraio? Rovinata. Passeggiatina serale? Un calvario. Alzi la mano chi quest’estate non ha dovuto fare i conti con le famigerate zanzare, a cominciare dalla famosa zanzara tigre. Da Mendrisio a Locarno, da Biasca a Chiasso passando per Bellinzona e Lugano: ormai il fastidioso e pericoloso insetto si è insediato un po’ ovunque, e a ricordarcelo è il prurito intenso delle sue punture. Arrossamenti e fastidi a parte, a preoccupare è il fatto che l’insetto può trasmettere malattie pericolose, come la dengue o la Chikungunya, che ogni anno nel mondo causano circa 700 mila morti all’anno. Qualche infezione si è registrata anche in Ticino. E questo non è l’unico dato preoccupante: l’anno scorso il numero di zanzare tigri è addirittura cresciuto del 42% rispetto al 2021.
Ma come è possibile? E perché in Ticino non si riesce a debellare o almeno contenere il fenomeno? Le autorità stanno correndo ai ripari con nuove soluzioni, come l’esperimento pilota a Morcote con il rilascio di maschi di zanzare sterili. Ma ribadiscono anche che tocca al cittadino fare la propria parte, spargendo dei granuli anti zanzare nei tombini e laddove ci sono dei ristagni d’acqua.
Eppure, malgrado gli sforzi, per molti cittadini che da anni si impegnano a fare i trattamenti a proprie spese, non è cambiato nulla. Anzi: in alcuni casi la situazione è addirittura peggiorata.
Così sul territorio sono nate persino associazioni di volontari che, settimanalmente, disseminano i famosi granuli: non solo in luoghi sensibili privati, ma anche pubblici.
E mentre le zanzare tigre imperversano e le autorità e la cittadinanza si confrontano, i dubbi assillano: la situazione è destinata a peggiorare? Il temuto insetto sarà magari sempre più presente, non solo in estate ma anche in primavera e in autunno? Domande alle quali cercheremo di rispondere nello studio di Patti chiari con gli esperti del settore.