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Berlusconi va all'opposizione di Renzi

Come era previdibile, l'ex premier italiano ha deciso di fare "opposizione responsabile mantenendo gli accordi" presi con il segretario del PD

  • 15.02.2014, 21:14
  • 06.06.2023, 13:40
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Silvio Berlusconi dopo il colloquio con Giorgio Napolitano

  • ANSA

Silvio Berlusconi e Forza Italia resteranno all’opposizione del prossimo governo. Un’opposizione responsabile. A dirlo è stato lo stesso ex premier ricevuto sabato pomeriggio al Quirinale da Giorgio Napolitano in occasione delle consultazioni di tutte le formazioni politiche prima di "nominare" un nuovo presidente del Consiglio.

Il leader di Forza Italia non ha mancato di esprimere "preoccupazione e stupore per una crisi opaca che si è aperta fuori dal Parlamento e nell’ambito di un solo partito. Manterremo comunque gli accordi sulla legge elettorale, che è incardinata alla Camera, così come su altre riforme". La vera incognita alla nascita del futuro Esecutivo, tuttavia, pare non essere la figura di Berlusconi ma la composizione della coalizione, l’orientamento politico ed i programmi. Questa in sintesi la posizione del Nuovo Centro Destra (NCD) di Angelino Alfano che ha detto ai giornalisti, all’uscita del colloquio con Giorgio Napolitano, che "se il programma è grande non ci deve essere fretta, non si può chiudere in 48 ore". Un preciso segnale per Matteo Renzi al quale indica che "i programmi dovranno essere scritti con la penna del centrodestra" e che "c’è buona volontà ma l’esito è incerto". Una melina nota in queste fase che potrebbe dilatare i tempi, dove i partiti si contano e cercano di contare all’interno della nuova formazione politica che dovrà guidare la vicina Repubblica.

Il PD, l’ultima formazione ad essere ricevuta dal Capo dello Stato, ha chiaramente confermato la volontà di sostenere il sindaco di Firenze per la carica di leader del Governo italiano. Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord non hanno partecipato alla “chiamata del Colle”, ritenendola una presa in giro dal momento in cui “tutto è già deciso”. Tesi smentita dal commento finale, in serata, di Giorgio Napolitano che ha ritenuto questi colloqui "intensi e non formali". Non sono mancati, infine, momenti di tensione tra i giornalisti ed alcuni politici, tra i quali gli stessi democratici, che non hanno voluto rispondere alle domande della stampa su quanto sta avvenendo in Italia.

Simone della Ripa

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