di Nicola Agostinetti
Pier Luigi Bersani
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Segretario del Partito Democratico dal 2009 è stato scelto come candidato premier attraverso le primarie di coalizione che lo hanno visto imporsi in maniera netta sul sindaco di Firenze Matteo Renzi. Già ministro dell’industria e dello Sviluppo economico nei due governi Prodi, corre da favorito in questa campagna elettorale, anche se il divario che inizialmente lo separava dalla concorrenza si sta sempre più assottigliando.
“L’Italia Giusta” è il nome scelto per la coalizione di centrosinistra che rappresenta, con i partito democratico si presentano “Sinistra Ecologia e Libertà” di Nichi Vendola, il Partito Socialista Italiano di Riccardo Nencini e “Centro Democratico” dell’ex dipietrista Massimo Donadi e Bruno Tabacci.
Oltre al candidato premier gli elettori del centrosinistra hanno scelto con le primarie i circa tre quarti dei candidati a Camera e Senato. Il PD ha puntato su donne e giovani, escludendo deputati di lungo corso, come Walter Veltroni e Massimo D’Alema, e personalità scomode. Tra i nomi nuovi, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il direttore dei Rainews Corradino Mineo.
Silvio Berlusconi
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Già quattro volte Presidente del Consiglio, siede in parlamento da 18 anni. Dopo aver annunciato il suo ritiro dalla politica e annunciato le primarie per la sua successione, è tornato sui suoi passi riaffermandosi come leader della coalizione di centrodestra. Questa volta non punta però alla premiership - il candidato ufficiale è il segretario del Pdl Angelino Alfano, Berlusconi si mette comunque a disposizione per il ruolo di ministro dell’economia.
Dopo mesi difficili, ricostituisce l’asse del Nord con la Lega, che a Palazzo Chigi vorrebbe però imporre Giulio Tremonti. Gli altri alleati del Cavaliere son gli ex pidiellini “Fratelli d’Italia” di La Russa, Crosetto e Meloni e “La Destra” di Storace.
Abrogazione e restituzione dell’IMU, abbassamento delle tasse, abolizione di Equitalia, sono alcune delle promesse di una campagna elettorale combattuta in prima linea e a tutto campo. Fuori gli “impresentabili” dalle liste del PDL, da Marcello Dell’Utri a Nicola Cosentino, dentro alcuni nomi nuovi, dall’ex Responsabile Domenico Scilipoti all’ex direttore del TG1 Augusto Minzolini.
Mario Monti
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Aveva giurato di non farlo e invece non ha resistito alla tentazione di scendere, o come dice lui, salire in politica. Mario Monti, il tecnico voluto da Napolitano per salvare l’Italia, punta ad un Monti bis, preoccupato che il suo successore possa gettare alle ortiche il suo operato e rendere vani i sacrifici fatti dagli italiani. L’ex commissario europeo presenta una lista unica per il Senato denominata “Con Monti per l’Italia” e una coalizione di tre liste per la Camera, a fianco dei veterani del centro italiano Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini. Il suo programma elettorale è la oramai celebre “Agenda Monti”, una serie di misure improntate sul rigore con qualche recente apertura sul fronte dell’imposizione fiscale. A fianco del professore sono saliti in politica alcuni dei suoi ministri, tra cui Enzo Moavero e Renato Balduzzi, altri, il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera in primis, hanno desistito. Tra gli esponenti della società civile che hanno risposto all’appello di Monti, la campionessa olimpica di fioretto Valentina Vezzali e il direttore del “Tempo” Mario Sechi.
Beppe Grillo
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Come Silvio Berlusconi, anche lui non è candidato premier, ma è il leader indiscusso, o come si definisce lui, il megafono, del suo movimento. Il “movimento 5 stelle”, nato nel 2009 e già presente in varie consultazioni amministrative e regionali, debutta sulla scena nazionale promettendo di sbarcare in massa alle camere. I sondaggi sembrano dare ragione all’ex comico, quotato da alcuni addirittura attorno al 18 percento, terza forza politica del paese. La sua ascesa sembra inarrestabile, merito anche della sua campagna elettorale vecchio stampo, che lo vede disertare i media tradizionali, ma riempire le piazze in ogni città d’Italia.
Campione dell’antipolitica secondo alcuni, unico esponente di un altro modo di fare politica, sostiene lui, Grillo si prefigge di spazzar via i vecchi partiti - tanto da aver rifiutato ogni proposta di alleanza - con un programma tutto anti-casta che verrà però affinato sulla base delle proposte della base. I candidati grillini sono stati scelti attraverso le cosiddette parlamentarie, la primarie via web.
Antonio Ingroia
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Il magistrato palermitano, allievo di Paolo Borsellino e titolare di alcune tra le inchieste più scottanti d’Italia - tra cui quella sulla trattativa Stato Mafia - rientra dal Guatemala dove svolgeva un incarico per conto delle Nazioni Unite e si butta in politica. Nel dicembre dello scorso anno fonda il movimento “Rivoluzione Civile” che si proclama alternativo sia a Berlusconi che a Monti, anche se in realtà rischia di far più male alla coalizione di centrosinistra.
La legalità, e non poteva essere altrimenti, è al centro del suo programma elettorale al quale hanno aderito numerose formazioni politiche, dall’Italia dei Valori di Di Pietro al movimento arancione del sindaco di Napoli De Magistris (anche loro ex magistrati), da Rifondazione Comunista ai Verdi. All’appello del procuratore palermitano hanno risposto numerose personalità note, tra cui il giornalista Sandro Ruotolo, il consigliere regionale emiliano espulso dal movimento 5 stelle Giovanni Favia e il vignettista Vauro.
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