Condanna definitiva per Berlusconi

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni a Silvio Berlusconi per frode fiscale sulla vicenda dei diritti tivù di Mediaset. I giudici hanno però rinviato alla Corte d’appello la sentenza limitatamente alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per la quale occorre un ricalcolo.

Si tratta della prima condanna definitiva per l'ex premier, a cui in primo grado sono già stati inflitti 7 anni di detenzione per la vicenda Ruby (prostituzione minorile) e un anno per il caso Unipol.

Il Cavaliere non sconterà comunque il carcere, dal momento che 3 dei 4 anni ricevuti gli vengono condonati per il precedente indulto e, avendo oltre 70 anni, sarà ammesso a sanzioni alternative. Resta aperta la questione dell'interdizione dai pubblici uffici. Il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto una riduzione a 3 anni invece dei 5 comminati in appello. Sulla questione, fondamentale per l'eventuale prosecuzione della carriera politica di Berlusconi, è stata investita la corte d'appello di Milano per un approfondimento.

Bisognerà ora vedere come si riverbererà la condanna definitiva sulla durata del Governo Letta, che gode del sostegno di Pd e PdL. Da una parte la base democratica, già insofferente per l’alleanza con l’ex nemico, sarà difficilmente disposta a proseguire la logorante collaborazione con un partito il cui leader è stato condannato in via definitiva per frode fiscale.

Dall’altra i militanti di destra saranno tentati, in virtù anche degli ultimi sondaggi favorevoli, di rovesciare il tavolo per andare allo scontro diretto con la magistratura, magari da una posizione di forza dopo aver chiamato alle urne i cittadini. A questo punto gli occhi sono puntati sul Quirinale che però, anche in caso di accelerazione della crisi, ha già ribadito di essere fermamente contrario ad andare ad elezioni con l’attuale legge elettorale.

Red.MM/spal