Domenica 19 gennaio 2024 ore 17:35
ATTENZIONE REGISTRAZIONE OLOFONICA – da ascoltare in cuffia
con Raffaele Farina, Augusto di Bono, Claudio Moneta, Cecilia Broggini, Sax Nicosia, Antonio Ballerio, Gabriele Calindri, Alessio Maria Romano, Francesca Vettori e Margherita Coldesina
Adattamento radiofonico e regia: Sergio Ferrentino
Musiche originali: Geza Hosszu-Legocky
Registi suono: Lara Persia, Angelo Sanvido, Ali Ottolini
Produzione: Francesca Giorzi
Un radiodramma recitato tutto d’un fiato e trasmesso in diretta alla RSI. Sospesa a mezz’aria tra palco e platea, una testa, un microfono speciale, che insieme alle cuffie permette di sentire i suoni arrivare da destra, da sinistra, da dietro, dall’alto. È l’olofonia che proietta la narrazione “all’esterno”, mentre il racconto è ambientato in un’aula di tribunale, con un giudice, un commissario, degli imputati, dei testimoni e un pubblico molto rumoroso. Tra il 1926 e il 1972 la Svizzera approntò una politica di sedentarizzazione forzata a danno del popolo jenisch.
Lubo, zingaro naturalizzato, durante il servizio militare obbligatorio, viene privato dei suoi bambini. La reazione lo porterà davanti alla giustizia dove la vicenda acquista valenza storica e affronta un tema delicato: il rapporto tra giustizia e leggi dello stato.
Ad ispirare il radiodramma, il romanzo di Mario Cavatore “Il seminatore” (Einaudi) sull’Opera di soccorso Kinder der Landstrasse, creata nel 1926 dalla Pro-Juventute, e definita nel 1998 dall’allora consigliere federale Ruth Dreyfuss “… un tragico esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza …”. Negli anni tra il 1926 e il 1972, in Svizzera fu approntata una politica di sedentarizzazione forzata a danno del popolo jenisch. L'Opera di soccorso Kinder der Landstrasse aveva come unico mandato quello di sradicare il nomadismo.
Una regista suono e due sonorizzatori hanno gestito complessivamente 17 “prese del suono”, tra archetti (1 per ogni attore), piastre e varie tipologie di microfoni stereofonici.
Presa del suono privilegiata la “testa artificiale”, un metodo di ripresa audio stereofonica in 3D, sistema binaurale, che permette all’orecchio di “muoversi” in un ambiente acustico spaziale. Un effetto che gli ascoltatori possono sentire anche semplicemente collegando un paio di cuffie alla radio, al telefonino o al computer. Il miglioramento tecnologico e acustico è riscontrabile anche a “orecchio nudo” e attraverso amplificatori stereofonici: l’ascoltatore si accorgerà che la profondità della scena è più ampia, la dinamica è maggiore.
La colonna sonora di “Svergognando la Morte” è stata affidata a Geza Hosszu-Legocky, enfant prodige, virtuoso del violino, improvvisatore, compositore e… rom di cittadinanza elvetica. Le musiche di Geza Hosszu-Legocky sono eseguite con i musicisti dell’OSI (Orchestra della Svizzera italiana) Enrico Fagone, Corrado Giuffredi e Duilio Galfetti.