Nel suo ultimo romanzo, Autobiografia dei miei cani, Sandra Petrignani, riporta un dialogo con un caro amico scrittore nel corso del quale i due si interrogano su quanto, scrivendo autobiografia, si sia costretti a essere fedeli al vero. E in questo scambio l’autrice annota “Non siamo costretti a rendere conto alla storia (…) però alla nostra storia personale sì”. Ogni autobiografia è, in fondo, il frutto di un duro corpo a corpo, di un duello con la propria vita, di un confronto con galvanizzanti successi e penose sconfitte. A volte però le verità più difficili da condividere sono quelle che si nascondono tra le pieghe, sono gli episodi meno eclatanti ma più imbarazzanti e meschini, gli scivoloni e i cedimenti, le piccole vergogne che non smettono di bruciare perché ci appaiono paradossalmente come più rivelatrici della nostra misera natura.
- Scarica Cult settembre
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