L’adozione di una settimana lavorativa più corta, a parità di stipendio, sembra avere un impatto positivo non solo sulla vita dei lavoratori ma anche sull’economia. È quanto si evince dai dati che arrivano dall’Islanda, dove questo cambiamento avviato in via sperimentale nel settore pubblico tra il 2015 e il 2019 e poi allargato anche all’economia privata a partire dal 2020, ha visto la riduzione dell’orario settimanale a 35-36 ore per il 51% dei lavoratori del paese. A certificare la riuscita dell’esperimento è una ricerca condotta dal dipartimento di scienze sociali dell’università di Islanda. Per capire quanto e come questo esperimento possa essere significativo ed esportabile anche in altri paesi abbiamo interpellato Francesca Coin, sociologa ricercatrice e docente universitaria che si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali, che nel 2023 ha pubblicato per Einaudi Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita.
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