Il museo è un’istituzione emblematica delle nostre società: custode della memoria e del patrimonio artistico, storico e culturale. Ma è uno spazio neutrale o, al contrario, il risultato di una storia segnata da logiche di potere? È il tema affrontato dalla politologa, saggista e attivista francese Françoise Vergès nel suo ultimo libro, Il museo come campo di battaglia. Programma di disordine assoluto (Meltemi, 2025). Il volume decostruisce l’eredità coloniale delle istituzioni museali, presentate non solo come un archivio del passato, ma soprattutto come un luogo di lotta in cui si confrontano narrazioni, ideologie e istanze di giustizia. Françoise Vergès, che Omar Teoldi ha intervistato, invita anche immaginare un post-museo, un’istituzione che superi i limiti del modello occidentale attuale.