Da quando Dylan ha vinto il Nobel, risulta più chiaro come la canzone possa, alla pari di altre arti, essere trattata criticamente, come un frammento di letteratura. E in qualche maniera le canzoni dei cantautori, questi strani poeti armati di chitarre, in questi ultimi trent’anni si inseguono, si rispondono, si parlano tra di loro; e naturalmente parlano a chi le esegue, o le ascolta. Mi rimaneva spesso, ascoltando queste belle canzoni, la voglia di risentirle in italiano, per memorizzarle e condividerle, per sentire cosa succede a far loro cambiare lingua. Quello della traduzione è un antico esercizio, che è bene frequentare, anche perché permette di scoprire aspetti di un testo che ha un primo ascolto magari sfuggono. Insieme a Claudio Farinone, ci siamo cimentati in questa antologia, che può somigliare a una playlist di canzoni molto amate, e che in qualche modo traducendo, faccio mie. Ascoltando la trasmissione si potrà nel caso migliore entrare nel laboratorio artigianale di un cantautore, scoprirne le preferenze, la biblioteca, i riferimenti. L’italiano è una lingua bellissima, e spero che il piacere di ascoltare sia all’altezza di quello che ho provato traducendole.
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