Oggi è l’ultima puntata della serie di Caffè Zimmermann dedicata alla musica classica nel cinema: concludiamo con un anniversario. Quarant’anni fa usciva sugli schermi, e riscuoteva un successo strepitoso in tutto il mondo, un film che si inseriva in un genere tutt’altro che nuovo: quello della biografia di un artista del passato, nella fattispecie un musicista. Una regia abilissima, una ricostruzione storica accurata, una colonna sonora fatta di capolavori. Ma soprattutto la figura irresistibile dell’eterno fanciullo divino, quello che forse chiunque vorrebbe essere, creatura eletta, capace di produrre bellezza con facilità inconsapevole, con luminosa leggerezza. La realtà storica magari sarà stata un’altra, ma perché rovinare la magia? E serve davvero anticipare (o spoilerare, come dicono i giovani) il titolo di questo film? Il musicologo Marco Cosci, ricercatore presso l’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, e Paolo Borgonovo credono di no.
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