La città fra arte e immaginario
Filosofia 02.12.2014, 16:13
L’incontro con Vincenzo Trione avviene presso l’Università IULM di Milano, dove insegna Arte e nuovi media e Storia dell’arte contemporanea, a pochi giorni dalla nomina di curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia del 2015. Ma l’occasione è la pubblicazione del suo ultimo libro Effetto città. Arte cinema modernità: un volume di 830 pagine, pubblicato da Bompiani e arricchito da splendide sezioni iconografiche: con riproduzioni di opere d’arte, fotogrammi cinematografici, fotografie, come la serie di ritratti di città di Gabriele Basilico… In trasmissione Trione, facendo dialogare teorie e opere, traccia un percorso filosofico nel cuore della modernità attraverso l’analisi delle trasformazioni delle metropoli contemporanee che, da “città dello spazio” sono diventate “città della situazione”, con la “deflagrante perdita del centro”, come egli afferma. Perché la città moderna, in continua trasformazione e appunto priva di centro, crea un nuovo modo di vedere e di manifestarsi nelle arti, nella letteratura, nel cinema, nella vita sociale e nell’immaginario collettivo e individuale: la “città interiore” che ciascuno si porta dentro. Analizzando testi letterari, opere pittoriche e cinematografiche, egli sottolinea le conseguenze urbanistiche e architettoniche di questa “deflagrazione”, ma anche quelle sociali e psicologiche, come quella che chiama l’”intensificazione della vita nervosa”, generata dalla trasformazione della grande città. E resta l’interrogativo di fondo che pone Vincenzo Trione: “Cosa rimarrà delle nostre città, teatro di memorie e di progetti?”. Infine: catastrofe o naufragio?