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Nietzsche, l'ombrello e il gatto

di Natascha Fioretti

12 gennaio 2022, 12:35

Thomas Hürlimann

©RSI

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Nietzsche, l'ombrello e il gatto

Non occorre essere filosofi, o avere studiato la materia, per leggere e comprendere l'ultimo piccolo capolavoro di Thomas Hürlimann. "L'ombrello di Nietzsche", edito da MarcosyMarcos, è un testo di sensibile umanità e di profonda conoscenza accessibile a chi è aperto di mente e di spirito. In esso si intrecciano il racconto e il pensiero del filosofo tedesco, considerato il fondatore dell'esistenzialismo, di un gatto straordinario, Mufti, e del narratore. Tutti e tre osservano il mondo e i loro occhi si fanno portoni e finestre perché esso possa entrargli dentro e stupirli. La storia che Hürlimann ci racconta ha inizio nell'estate del 1881 quando in Friedrich Nietzsche, per la prima volta in Engadina a Sils Maria, si prepara un mutamento che lo porterà ad abbandonare il suo mondo e il suo sistema di pensiero. A partire da quel momento riconoscerà di essere un animale filosofico fatto di pensieri sublimi e pulsioni animalesche con le narici rivolte verso l'interno. L'abbraccio fisico tra i due mondi avverrà tempo dopo sulla piazza Carlo Alberto di Torino quando Nietzsche abbraccia il cavallo. Ma l'unione avviene anche tra ciò che è sopra e sotto di noi, tra ciò che è dentro e ciò che è fuori grazie agli esseri di mezzo, agli intermediari speciali come l'ombrello di Nietzsche, ovvero la lancetta che durante la lettura ci indica il percorso, il segnale che si muove o sta sospeso.