Appena identificato nel dicembre dello scorso anno, l’asteroide 2024 YR4 è diventato rapidamente il corpo celeste più citato nei media e più seguito dalle agenzie spaziali nel mondo. Motivo? Secondo i primi calcoli astronomici questo asteroide del gruppo dei NEO (Near Earth Object) aveva qualche probabilità non trascurabile di entrare in collisione con la Terra il 22 dicembre 2032.
L’ufficio dell’ONU per lo spazio e le organizzazioni per la sorveglianza dei pericoli spaziali hanno quindi lanciato l’allerta planetaria per una accresciuta sorveglianza di 2024 YR4 così da misurarne la reale pericolosità. Gli ultimi dati astronomici, raccolti anche grazie al Very Large Telescope dello European Southern Observatory (ESO) e al telescopio spaziale James Webb hanno riportato l’asteroide al grado zero sulla scala del potenziale pericolo di collisione. Il quale dipende da vari fattori, a cominciare dalle dimensioni: 2024 YR4 è stimato tra 40 e 100 m di lunghezza, abbastanza per provocare danni consistenti su scala regionale (come già nel 1908 a Tunguska, in Siberia). Da qui l’importanza di studiare attentamente le orbite dei cosiddetti NEO, che intersecano quella della Terra attorno al sole, ma anche la loro massa e composizione. Una rete di monitoraggio internazionale è ritenuta indispensabile per evitare di coglierci impreparati in coso di reale pericolo. Di questo e altro abbiamo parlato con: Luca Conversi, responsabile del Centro di coordinamento NEO del Planetary Defence Office dell’Agenzia spaziale europea (ESA) allo European Space Research Institute (ESRIN) di Frascati ed Ettore Perozzi, già responsabile del Centro di Coordinamento dell’ESA per i NEO e dell’Ufficio Sorveglianza spaziale per Asteroidi e detriti dell’Agenzia spaziale europea (ASI), oggi divulgatore scientifico.
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