Un giorno, parlando di relatività del Tempo, Albert Einstein disse: "Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora".
Un modo molto efficace e semplice per spiegare che di fatto anche il Tempo è relativo, non soltanto perché quello misurato dagli orologi è ben diverso dal tempo che percepiamo e viviamo, ma anche perché il nostro, quello terrestre, è un Tempo ‘locale’, che vale solo sul nostro pianeta. Basta uscire dalla nostra atmosfera perché le cose cambino radicalmente: così come il concetto di alto e di basso non esiste più nello spazio, allo stesso modo, il concetto di Tempo come entità assoluta e indipendente da ciò che succede, viene meno, come lo stesso Einstein dimostrò con le sue teorie. Certo, che il tempo sia relativo ce lo dicono da secoli anche i filosofi, e non è un caso che molti grandi fisici della storia fossero, e siano, a loro volta anche filosofi, primo fra tutti Einstein.
E ancora oggi è un concetto in evoluzione, al punto che per i fisici, per coloro che studiano la struttura profonda dell’universo, il Tempo non è più una variabile importante, anzi. Del tempo della scienza – le cui scoperte ne hanno radicalmente cambiato la fisionomia nel corso dei secoli- e del tempo percepito, di come sia il cervello a costruire la nostra percezione del tempo e a fornirne una continua rielaborazione, si parlerà nel Giardino di sabato, che vi propone un altro viaggio in questa quarta dimensione, in compagnia di due fisici -un po’ filosofi - (Carlo Rovelli e Antonio Masiero), un astrofisico (Giovanni Bignami), un astronauta (Roberto Vittori) e un neuroscienziato (Patrick Haggard).
L’illusione del Tempo, Tempo dell’uomo, Tempo della scienza
Il giardino di Albert 22.11.2014, 19:00
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