IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 19 aprile 2018 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 21 aprile 2018 alle 18:00
Valery Spiridonov, 30enne di origini russe ed ex programmatore affetto da atrofia spinale di tipo I, una patologia che provoca il deterioramento dei neuroni motori fino ad arrivare alla paralisi completa: sarebbe il primo candidato al trapianto di testa, o meglio detto, anastomosi cefalo-somatica, ovvero l’unione di una testa con un corpo diverso.
A eseguire questo intervento, si dichiara pronto Sergio Canavero il neurochirurgo torinese attivo all’università di Harbin in Cina, che dall’età di 16 anni si prepara a questa sfida, sicuramente una delle frontiere più spinte della chirurgia sperimentale. Nel “Giardino” scorso ci ha raccontato e illustrato, con fare anticonvenzionale e provocatorio, il suo progetto i suoi obiettivi e le sue idee, lasciando emergere oltre a un’audacia un po’ spregiudicata, anche non poche contraddizioni. Si dichiara infatti antimaterialista, crede nella immortalità della coscienza, ma sta lavorando per riuscire ad allungare la vita fisica: un domani, quando secondo lui sarà possibile la clonazione umana, basterà cambiare corpo per continuare a vivere. Al di là della fattibilità o meno del trapianto di testa, duramente criticato da almeno il 90-95% della comunità scientifica, questo progetto fantascientifico solleva non poche questioni etiche e filosofiche, oltre che scientifiche, mediche, giuridiche, sociali, teologiche, psicologiche.
Questioni su cui si sta chinando il Gruppo di ricerca interdisciplinare in Neurobioetica (GdN) dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma che dal giugno dell’anno scorso ha lanciato un programma di 5 anni sul transumanesimo e postumanesimo, quel movimento filosofico e culturale internazionale secondo il quale l'uomo deve prendere in mano la propria evoluzione biologica tramite l'uso della tecnologia, e per il quale il trapianto di testa sarebbe un primo importante tassello. A coordinare questo gruppo, un filosofo e teologo nonché scienziato: padre Alberto Carrara, dottore in Biotecnologie mediche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Padova-, e neurobioeticista.