Cunizza da Romano è una delle donne di Dante sulla cui collocazione nella Divina Commedia i critici a lungo si sono interrogati. Perché una donna nota già nel Duecento per le sue numerose, discusse, e per alcuni discutibili, relazioni sentimentali viene collocata dal Poeta in Paradiso?
Dante la incontra nel terzo cielo di Venere dove lei stessa spiega come “mi vinse il lume d’esta stella”, e nella lettura di alcuni critici è questa la ragione della sua assoluzione: l’assecondare il trasporto d’amore, l’essere uno spirito amante. Secondo altre letture invece la sua collocazione è dovuta a ragioni più pratiche: le parole profetiche che Cunizza rivolge a Dante, oscure come tutte le profezie, conterrebbero un duro giudizio politico delle vicende italiche che l’esule Dante esprime in un momento storico preciso, un momento in cui ha bisogno di un nuovo protettore e in cui la distanza da Firenze gli consente uno sguardo più ampio.
Ma chi era Cunizza? Quanto arte e letteratura ci hanno lasciato di questa donna che sembra così moderna da affascinarci ancora oggi?
Ce la raccontano il dantista Carlo Ossola, la scrittrice Silvia Bragonzi, e lo storico dell’arte Stefano Zuffi.
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