Forse il personaggio più misterioso della Commedia, Matelda appare nel canto XXVIII del Purgatorio e ci accompagna fino al termine della cantica. Il suo ambiente è il Paradiso terrestre, la sua figura è quella di ‘bella donna’ giovane e leggiadra, che ride, canta, danza e coglie fiori. Dante ne è affascinato ma non ci rivela -o almeno sembra non rivelarci- con precisione l’identità della fanciulla, il corrispettivo storico o mitologico, e per questo i critici si sono esercitati nei secoli in modo veemente e contraddittorio a trovare il personaggio nel personaggio. Ma chi è Matelda? Si può ricondurre a una figura realmente esistita come quella di Matilde di Canossa? E perché e che cosa danza? Nei canti che la vedono presente si annida una complessa simbologia e un rapporto di vicinanza e collaborazione con Beatrice che ne fanno uno dei momenti di più difficile interpretazione all’interno del poema dantesco. I nostri ospiti sono qui per sciogliere alcuni dubbi e rivelarci qualche segreto, da Mario Cimini, ordinario di letteratura italiana all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, studioso di dantismo esoterico ottocentesco e di gestualità nella Commedia, a Marcello Ciccuto, ordinario di letteratura italiana all’Università di Pisa, che a Matelda ha dedicato un saggio straordinario, breve e densissimo, fino a Gabriella Gori, critica e storica della danza, che ci intrattiene sulle danze medievali e in particolare quelle dell’epoca di Dante.
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