La Recensione

Un grande Mahler firmato Daniel Harding

All’Accademia di Santa Cecilia con Joshua Bell

Daniel Harding

Una serata speciale, quella dello scorso 17 aprile, ha segnato per l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, storica istituzione musicale romana, l’inizio dell’atteso ciclo sinfonico mahleriano firmato Daniel Harding, suo direttore musicale dalla stagione 2024/25. Ma non solo, ad arricchirla la presenza del celebre violinista Joshua Bell, artista in residenza per questa stagione, solista nel Concerto per violino e orchestra in la minore op. 53 di Antonín Dvořák. Il programma ha previsto, quindi, oltre alla performance di Bell (conclusasi con un bis dedicato a Fryderyk Chopin con il suo Notturno op. 20 nell’arrangiamento di Nathan Milstein), una parte dedicata a Gustav Mahler, come accennato prima tappa dell’intero percorso sinfonico mahleriano, iniziata sulle note di Blumine, originale secondo movimento della prima sinfonia, e proseguita nella seconda parte della serata con la Sinfonia n. 1 in re maggiore Titano. Programma, che peraltro la compagine orchestrale romana porterà in tournée, dal 5 al 10 maggio, a Barcellona, Amburgo, Dortmund, Katowice e Francoforte, e che il pubblico di una gremita sala Santa Cecilia ha accolto in modo più che caloroso.
La lettura di Harding e i suoi, delle pagine mahleriane in particolare, ha evidenziato grande solidità e omogeneità, insieme ad un’esaltazione dei chiaroscuri, emblema della densa scrittura del compositore boemo, talvolta penalizzata dalla “dispersiva” acustica della sala. Ma anche scelte agogiche tali da esaltarne la brillantezza e l’inconfondibile carattere. 

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