L'Afghanistan vive oggi un incerto periodo di transizione: l'esito dei faticosi negoziati di pace con i talebani è tutt'altro che scontato e se da un lato la popolazione civile desidera fortemente che le armi vengano deposte, dall'altro sono in molti a temere il ritorno dell'Emirato Islamico. Intanto, nelle strade di Kabul e di tutte le altre province si continua a morire a causa dei numerosi e devastanti attentati e delle violenze generate da questa lunga guerra.
In un contesto tanto difficile e rischioso, alcuni artisti hanno deciso da qualche anno di mettersi in gioco per cambiare le cose a modo loro, dipingendo dei grandi e magnifici graffiti sui muri anti-esplosione che punteggiano la capitale a protezione di ministeri, ambasciate, organizzazioni internazionali; ma anche nelle aree più remote e pericolose del Paese. Il nome con cui è noto il gruppo – ArtLords - suona come una provocazione nei confronti dei cosiddetti warlords, i signori della guerra che da sempre influenzano le sorti del paese. Attraverso le immagini che scelgono di dipingere, gli attivisti di ArtLords portano colore e speranza ma anche attenzione su temi sociali come la violenza sulle donne, l'importanza dell'istruzione o la lotta alla corruzione. Con un lavoro coraggioso e costante, spesso di denuncia, si sono fatti infine apprezzare anche dalle istituzioni e oggi sono conosciuti al di fuori dei confini nazionali. A maggio, hanno lasciato il segno del loro passaggio a Lugano, al Parco del Tassino. In questo documentario registrato a Kabul Omaid Sharifi, uno dei co-fondatori del movimento artistico, racconta la vita quotidiana, il lavoro, i pericoli e i sogni di chi si batte per un Afghanistan di pace e di tolleranza.
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