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A quindici minuti da Manhattan, nel cuore della Grande Mela, è situato il più grande complesso carcerario degli Stati Uniti. Si chiama Rikers Island e sulla sua superficie si rintracciano dieci differenti luoghi di detenzione. E' tristemente noto per essere un luogo brutale e fortemente violento. L'isola di Riker, così chiamata per via della famiglia olandese che ne era in possesso, è stata comprata nel 1884 dalla città di New York. La quale, dopo averla usata come discarica e campo di addestramento militare, ne ha convertito la destinazione d'uso nel 1932 con l'apertura della prima prigione. Nel tempo, le condizioni di gestione del complesso sono peggiorate drasticamente: incuria e scarsa attenzione ai diritti dei detenuti, tra cui minorenni e persone affette da disturbi psichiatrici, l'hanno resa un posto invivibile, senza regole e con un impressionante numero annuale di decessi. Negli ultimi due anni la pandemia da coronavirus ha inasprito la situazione, mentre al contempo si fa sempre più forte la pressione da parte della società civile e di parte della classe politica per la chiusura della struttura.
Della Rikers Island divenuta negli ultimi decenni il simbolo dell'incarcerazione di massa che ha vessato parte della comunità african american, ne parlano la giornalista Jan Ranson, reporter di punta del New York Times, e Darren Mack, ex detenuto oggi attivista e leader di Freedom Agenda, una delle principali organizzazioni di New York dedita alla tutela di persone e comunità direttamente colpite dall’incarcerazione. Assieme ad altre organizzazioni analoghe, Freedom Agenda promuove la campagna “#CLOSErikers”.
Prima emissione: 17 ottobre 2022
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https://www.rsi.ch/s/703609