Il pirata è una figura che attraverso i secoli ha riempito pagine di storia e letteratura. Le loro prede sono da sempre le navi mercantili: dalle galere veneziane e genovesi minacciate dalle scorribande dei corsari del mediterraneo ai galeoni inglesi e spagnoli dei Caraibi. I pirati insomma sono parte di una storia comune che sembrava, fino a pochi anni fa, relegata alle pagine di libri o ad opere cinematografiche. Le cronache degli ultimi mesi ci restituiscono invece la nascita di una pirateria dai tratti moderni esercitata da filibustieri del tempo della scienza, della tecnica e del container. Lo spazio acqueo del Golfo di Aden, uno dei tratti di mare più frequentati del mondo e nodo strategico del commercio globale, è diventato una sorta di campo di battaglia dove pirati in prevalenza somali assaltano e sequestrano petroliere, portacontenitori e altre tipologie di navi su cui vengono trasportate le materie prime della società dei consumi.
Filibusta postmoderna prova a raccontare la storia del fenomeno con l’aiuto di analisti, testimoni oculari di assalti e familiari di marittimi coinvolti nei più recenti sequestri da poco terminati (la petroliera italiana Savina Caylyn liberata a fine dicembre 2011 dopo 10 mesi di prigionia). La pirateria al tempo della globalizzazione diventa il racconto di un intreccio di interessi, disperazione e avventura dovuti alle disuguaglianze che caratterizzano gli equilibri del nostro sistema economico.

Filibusta postmoderna
Laser 26.01.2012, 01:00
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