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Il Senegal alla vigilia elettorale

di Giovanna Riva

(Keystone)

Il Senegal alla vigilia elettorale

Laser 24.02.2012, 01:00





Il Senegal, da decenni modello di democrazia e di stabilità per l’intera Africa subsahariana, si appresta a votare, il 26 febbraio, per un nuovo mandato presidenziale: ma lo scenario del paese oggi non più quello di un’isola felice all’interno del continente. Sono lontani gli anni del ‘presidente poeta’, Leopold Sedar Senghor, che aveva fatto del Senegal il paese africano meglio dotato per infrastrutture, risorse umane e assetto istituzionale. Sotto la presidenza di Abdoulaye Wade, al potere dal 2000, i senegalesi hanno visto una deriva autoritaria, ridursi le libertà individuali e degradare la situazione economica, con quasi la metà della popolazione che oggi vive sotto la soglia di povertà e con il tasso di disoccupazione che è arrivato al 48%. Wade vorrebbe guidare il paese per un terzo mandato e si è ripresentato alle elezioni. Una candidatura contestata, perché si ritiene violi la costituzione, e che ha dato l’avvio a gravi scontri nel paese, fra proteste della società civile e delle opposizioni politiche e reazioni violente della polizia. Clamore internazionale ha suscitato anche l’esclusione dalle elezioni della star della musica africana internazionale Youssou N’Dour. Giovanna Riva analizzerà la situazione insieme a Demba Dieng, senegalese che vive in Ticino da molti anni, dove è collaboratore della Divisione della formazione professionale del Cantone, e che si è recato in Senegal proprio per seguire la campagna elettorale, viaggiando attraverso il paese. Ai microfoni di Rete Due anche Pape Diaw, da 30 anni in Italia, dove si occupa di immigrazione e di integrazione, e Aurélie Fontaine, corrispondente in Senegal per la Radio Suisse Romande.

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