Tra i “misteri d’Italia” che, soprattutto tra gli anni ’70 e ’80, hanno provocato tanti morti eccellenti, c’è quello di Enrico Mattei. Un mistero eccezionale. Per essere il primo della serie, accaduto il 27 ottobre del 1962. Per essere il più eccellente, volto a eliminare l’uomo più potente del Paese, capace di condizionare la politica, l’economia e la finanza, italiana e internazionale. E per essere perfetto come nessun altro. Se per quasi tutti i sanguinosi misteri non c’è stata totale giustizia, ma certamente abbondante verità storica (si conoscono molti esecutori e s’intuiscono anche parecchi mandanti), dell’esplosione del suo bimotore sul cielo di Linate non si sa proprio nulla. Né giustizia e nemmeno verità storica. Riguardo la prima, l’unico processo dichiaratamente sul cosiddetto “caso Mattei” si tenne nel 1999 a Pavia, grazie alle indagini del pubblico ministero Vincenzo Calìa. Ma con un solo imputato sul banco, un contadino, reo di aver cambiato, nel giro di poche ore, la sua testimonianza: prima aveva detto di aver visto un’esplosione in cielo, poi l’aveva negato. Riguardo la cosiddetta “verità storica”, nulla.
Dopo aver impiegato 37 anni per certificare l’esplosione in volo dell’aereo causata da 80 grammi di esplosivo sistemati sulla pista dell’aeroporto di Catania, non si sa niente sugli esecutori e ancora meno sui mandanti. Chi furono? Le Sette Sorelle petrolifere? Il successore di Mattei, Eugenio Cefis? L’organizzazione estremista francese OAS? I democristiani di Roma? Quelli siciliani legati alla mafia? Non si sa. Quello che è stato l’omicidio più importante d’Italia rimane quindi oscuro ed anche volutamente dimenticato. Molti che hanno cercato di svelarlo ci hanno rimesso la vita. Tra questi il giornalista Mauro De Mauro, sparito nel 1970 dopo aver superficialmente annunciato di aver scoperto la verità. E forse anche Pierpaolo Pasolini, la cui ultima opera, “Petrolio”, risulta misteriosamente monca del 21.imo capitolo, “Appunti sull’Eni”.
Con gli interventi del giudice Vincenzo Calia e del docente Peppe Di Marco.
Anche "Colpo di scena" si è occupato della vicenda: rsi.ch/sceneggiatomattei
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