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Mercoledì 10 e giovedì 11 marzo 2021
Delle purghe staliniane che colpirono i vertici politici sovietici si pensava di sapere più o meno tutto dopo il XX congresso del partito comunista, nel rapporto presentato da Krusciov nel 1956. In realtà le rivelazioni sulle fucilazioni di decine di migliaia di persone nascondevano una realtà ben più ampia e dalle dimensioni colossali. Le vittime di quella repressione rappresentarono in effetti solo il 7 % di una carneficina che può essere considerata numericamente il più grande massacro deciso da uno Stato in tempo di pace. Grazie alla progressiva apertura degli archivi a partire dagli anni '90 del secolo scorso, è venuta a galla una verità storica agghiacciante: tra il luglio del 1937 e la fine del 1938 furono fucilate 750 mila persone, 1'600 al giorno: contadini, segretarie, operai, bibliotecari, funzionari, massaie, docenti, considerati nemici del popolo per le loro idee, presunte frasi o gesti inappropriati o semplicemente perché di origine straniera, tedesca, polacca o giapponese. Un altro milione di persone circa fu condannato a 10 anni nei Gulag, dove gran parte morì di stenti, per fame e il freddo. Gli ordini furono firmati direttamente da Stalin e dal responsabile della polizia politica (NKVD) Nicolai Ezov, sulla base di liste di persone da eliminare preparate dalle diverse cellule regionali dei servizi segreti o del partito, a cominciare dallo stesso Krusciov.
“Laser” ospita lo storico di riferimento di queste scoperte, Nicolas Werth. Grazie a un lavoro straordinario negli archivi, lui e altri colleghi sono riusciti a farci conoscere la verità, documentata in modo preciso: molto spesso le vittime venivano fotografate prima di essere fucilate, in genere di notte e all’insaputa della popolazione e dei famigliari, e fatte scomparire nelle fosse comuni.
Prima emissione giovedì 12 e venerdì 13 aprile 2018
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703609