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Il prione e i successi della biologia molecolare

Incontro con il neuropatologo Adriano Aguzzi – di Paola Beltrame

Adriano Aguzzi
24:56

Il prione e i successi della biologia molecolare

Laser 03.09.2010, 02:00





Chi non ricorda il panico suscitato negli anni ‘90 dall’epidemia di BSE, l’Encefalopatia Spongiforme Bovina più nota come il morbo della mucca pazza e i successivi timori di una sua diffusione tra gli esseri umani?
Ma dopo che l’emergenza è rientrata, del prione, la particella infettiva proteica responsabile della malattia, non abbiamo quasi più sentito parlare. Nonostante la BSE epidemica sia stata debellata, ‘dietro le quinte’ studiosi e ricercatori non hanno mai smesso di occuparsi di questo agente infettivo non convenzionale.
Uno di loro è il professor Adriano Aguzzi, che rimasto affascinato dal fenomeno dei prioni fin dall’inizio della sua carriera, è da oltre 20 anni che ne ha fatto l’oggetto specifico delle sue ricerche.
Docente e direttore dell’istituto di Neuropatologia dell’università di Zurigo, nel 2004 Aguzzi è diventato anche responsabile del reparto di Patologia dell’ospedale universitario zurighese, che ospita il centro nazionale di riferimento per le malattie da prioni.
Il professor Aguzzi e il suo gruppo di ricerca hanno continuato a occuparsi dei prioni anche quando questi non erano più un’emergenza sanitaria e un tema di attualità mediatica. Ma hanno esteso i loro studi a malattie più comuni -come ad esempio l’Alzheimer-, perché hanno scoperto che il loro comportamento è simile a quello riscontrato nei prioni.

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