
L'uomo senza inconscio
Laser 13.09.2010, 02:00
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Nel suo ultimo saggio, intitolato L’uomo senza inconscio. Figure della nuova clinica psicoanalitica, Massimo Recalcati, psicoanalista lacaniano e docente universitario, tenta di formulare un’interpretazione complessiva, e filosoficamente complessa, del cosiddetto postmoderno o dell’ipermodernità – come lo stesso Recalcati preferisce definire il nostro presente per indicarne il carattere convulso, “smarrito” e compulsivo verso il godimento d’oggetto.
Tra pratica clinica, sulle diverse e inedite forme del disagio, non solo quelle che cura ormai da decenni, ovvero la bulimia e l’anoressia, ma anche altre sempre più epidemiche, come gli attacchi di panico, la depressione e gli stati-limite, e riflessione filosofica con il ripensamento radicale della teoria freudiana delle pulsioni e di quella lacaniana dell’inconscio, lo psicoanalista milanese attraversa il tempo contemporaneo, quello della bulimia del consumo e della scomparsa dell’inconscio, come recita il titolo del suo ultimo libro.
Recalcati ripercorre, in questa intervista di Enrico Bianda, le tappe del suo lavoro psicoanalitico, le ragioni della critica alla tradizione psicoanalitica e i temi centrali del suo lavoro critico.
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