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La nave partirà

L’esodo istriano dal 1947 ad oggi

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  • 9.12.2023
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Di: Alessandro Bertellotti

Alla fine della seconda guerra mondiale, oltre 350 mila persone di nazionalità italiana residenti in Istria, in Dalmazia e nei pressi di Trieste, lasciarono la loro terra.

Il passaggio di quelle zone alla Jugoslavia, la particolare realtà geopolitica, la nascita della contrapposizione in due blocchi, quello occidentale e quello comunista, che proprio su quei territori disegnavano nuove linee di influenza, il desiderio della popolazione italiana di dimenticare l’esito della guerra e soprattutto le sue conseguenze.

È in questo ambiente che quella popolazione prova a vivere, prima che la stragrande maggioranza di essa decida di trovare rifugio e rifarsi una vita altrove, anche a seguito del trattato di pace del 1947 che sancisce l’assegnazione dell’Istria al governo di Belgrado. Ma dove andare? Perfino in Italia l’integrazione fu difficile (gli esuli erano spesso bollati come fascisti o additati come co-belligeranti), molti esuli scelsero di emigrare verso l’Australia o il Canada. Grandi comunità di istriani e giuliani si trovano anche in Europa e in Svizzera.

Il confronto tra le comunità di chi è andato via e di chi ha deciso di restare – per le ragioni più diverse – è stato spesso acceso e aspro. Solo da pochi anni l’incomprensione reciproca ha lasciato spazio al dialogo e allo studio delle conseguenze storiche per la popolazione coinvolta.

Ma se le ferite della storia si sono rimarginate, le cicatrici sono ancora ben visibili.

Musica di Matija Dedic che esegue brani di Sergio Endrigo.

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