Sono incise nella memoria e nei libri di storia. Le parole utilizzate nel corso del periodo che ricordiamo come “il Sessantotto” aiutano a comprendere un fenomeno epocale segnato anche da un modo di comunicare inedito, originale e rivoluzionario. Slogan come “La fantasia al potere” erano incisi sui muri delle università, venivano gridati nelle strade e nelle manifestazioni di piazza. Da “rivoluzione” a “occupazione”, da “impegno” a “partecipazione”, il mosaico di parole è quanto mai variegato e complesso.
Più arduo cercare di raccontare quel periodo prendendo in esame una parola soltanto. Per aiutare chi il Sessantotto non lo ha vissuto e per comprenderne l’attualità, cinquant’anni dopo, abbiamo chiesto a cinque interlocutori di cimentarsi in questo esercizio: lo storico Emilio Gentile, il consigliere comunale di Le Locle e scrittore Leonello Zaquini, l’editorialista del Giornale del Popolo Claudio Mésoniat, la saggista Anna Bravo e Michele Mozzati, con Luigi Vignali noti come Gino e Michele, autori teatrali e televisivi, scrittori ed editori dell’agenda “Smemoranda”.
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