Gli anni del secondo dopoguerra sono quelli della rinascita in Italia di un intenso dibattito politico e culturale dopo il ventennio fascista. Sono gli anni del Neorealismo, che non fu una scuola, quanto un insieme di voci differenti che soprattutto in ambito letterario e cinematografico diedero sfogo ad un comune “bisogno di raccontare” e alla necessità di un’arte impegnata civilmente. Un movimento, dunque, figlio delle esigenze espressive del suo tempo in cui confluirono sensibilità diverse rispetto alla realtà del paese. Oltre a Calvino altri scrittori neorealisti, Elio Vittorini, Beppe Fenoglio, Cesare Pavese, Luigi Meneghello, Giovanna Zangrandi, Renata Viganò e altri ancora parlarono nelle loro opere della resistenza e degli anni di guerra. Di letteratura della Resistenza e del contesto storico che la originò parliamo con Giovanni Falaschi, già professore ordinario di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Perugia autore di vari studi tra i quali Carlo Levi (La nuova Italia); "La Resistenza armata nella narrativa italiana" (Einaudi); "Una lunga fedeltà a Calvino. Con lettere edite e inedite "(Edizioni Aguaplano) e Marco Palla, già ordinario di Storia contemporanea all’Università di Firenze di cui si ricordano i volumi "Mussolini e il fascismo" (Giunti) e "Il fascismo dalle mani sporche" (Laterza).
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