Nove anni e nove mesi

Nove anni e nove mesi sono l’esatta durata di permanenza in Consiglio federale di Ruth Dreifuss; eletta nel 1993, dopo il clamoroso no del parlamento alla candidata ufficiale del PSS, Christianne Brunner e alla rinuncia di Francis Matthey, è stata la prima donna svizzera a ricoprire la carica di presidente della Confederazione nel 1999. Carattere schivo, ma determinato, ha iniziato la sua battaglia per i diritti sociali da giovanissima. Dalla sua famiglia di origine ebraica, il padre fu responsabile dell’aiuto ai rifugiati della comunità ebraica di San Gallo, ha ereditato una profonda sensibilità per la sorte dei perseguitati. Entrata in Governo a 53 anni, dopo una lunga esperienza professionale alla testa dell’Unione Sindacale Svizzera, il suo nome resta legato ai grandi temi delle assicurazioni sociali, Lamal, AVS e Assicurazione maternità; battaglie perse e battaglie vinte, che l’hanno sempre vista in prima fila anche dopo la fine del suo mandato a Berna. Rompendo una consuetudine che accomuna praticamente tutti gli ex ministri svizzeri, è rientrata ampiamente nel dibattito politico pubblico anche dopo essere ridiventata una comune cittadina: ha sostenuto, ad esempio, il referendum contro l'11. revisione dell'AVS, che proprio lei aveva contribuito a formulare; una posizione che le ha causato molte critiche e che Ruth Dreifuss ha motivato con la convinzione secondo cui il Governo non aveva mantenuto le sue promesse. Altrettanto contro tendenza è stata la decisione di mettersi alla testa del comitato 2xNO, all'origine di due referendum contro l'inasprimento della politica svizzera in materia d'asilo. Oggi Ruth Dreifuss vive a Ginevra, nel quartiere multietnico di “Les Pâquis”, lo stesso in cui ha trascorso una buona parte della sua gioventù. Ed è qui che ha concesso a Raffaella Barazzoni una lunga intervista, ripercorrendo con il cuore e con la mente, le tappe principali della sua carriera professionale.