Paul Lynch
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Paul Lynch e il nostro presente

Incontro con lo scrittore irlandese vincitore del Booker Prize 2023

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  • 15.07.2024
  • 24 min
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Di: Riccardo Michelucci 

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L’irlandese Paul Lynch, classe 1977, è il nuovo fenomeno della letteratura in lingua inglese. La vittoria all’ultima edizione del prestigioso Booker Prize, il più importante premio per la narrativa anglofona, l’ha consacrato come una delle grandi voci della letteratura internazionale grazie al romanzo Prophet Song (appena uscito anche in italiano col titolo Il canto del profeta nella traduzione di Riccardo Duranti), il racconto claustrofobico di un’Irlanda sull’orlo del totalitarismo che echeggia le tragedie delle guerre contemporanee. Un libro che può essere letto come una terribile distopia ma anche come un’approfondita indagine nell’animo umano e nelle sue contraddizioni.
I suoi romanzi precedenti (giù tutti tradotti in italiano dalla casa editrice 66thAnd2nd di Roma) erano già stati esaltati dalla critica britannica e da quella statunitense per la bellezza della sua prosa e per una lingua originalissima e appassionata che dona pari dignità alla violenza e alla bellezza, all’incanto e all’orrore. Una decina di anni fa, quand’era ancora un esordiente, i principali editori britannici si contesero i suoi primi due romanzi con un’asta furiosa, prima di essere tradotti anche in altre lingue.
Ma da dove ha tratto l’ispirazione che l’ha reso un grande scrittore? Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? E perché il suo ultimo romanzo non può essere letto soltanto come una distopia del nostro presente?
L’abbiamo chiesto allo stesso Paul Lynch, in questa intervista.

Prima emissione: 14 aprile 2024

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