Un viaggio nel cuore ferito della Bosnia, da Banja Luka a Prijedor, da Srebrenica a Tuzla, luoghi dove il negazionismo sulla guerra degli anni ‘90 continua a inquinare la vita quotidiana di un paese tuttora in preda ai nazionalismi che soffiano sul fuoco dell’intolleranza. A fermarlo non è servita neanche una legge che dal 2021 proibisce la negazione del genocidio e l’esaltazione dei criminali di guerra. L’ultimo rapporto annuale del Memoriale di Srebrenica ha evidenziato un aumento dei casi proprio in seguito all’entrata in vigore della legge. Molti politici, sia in Bosnia che in Serbia, sostengono ancora che il genocidio non sia mai avvenuto usando argomenti simili a quelli di chi nega l’Olocausto o il genocidio armeno.
Un racconto attraverso le voci delle vittime e di chi, a trent’anni dalla fine della guerra, continua a impegnarsi per la verità e la riconciliazione.
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