A Genova il ghetto ebraico è un quadrilatero disegnato da caruggi strettissimi. Tra piazzetta Fregoso, Via del Campo, Vico Untoria e Piazza Don Gallo, questa zona a metà del XVII secolo divenne un luogo di reclusione. Successivamente nella seconda metà del ‘900 l’anima del quartiere è cambiata radicalmente.
Il vecchio ghetto è diventato un luogo animato e molto frequentato: è diventato quartiere di prostituzione. Da cinquant’anni Rossella lavora qui, conservando ancora un “pubblico di clienti affezionati”, come racconta.
Nata Mario, Rossella è una delle più anziane prostitute transessuali d’Italia. Ha 78 anni, capelli biondi e il locale dove lavora è ancora aperto. Una piccola porta che affaccia sul vicolo, accanto a quella di altre prostitute trans. “Eravamo molte in passato, ora siamo rimaste una dozzina” racconta Rossella mentre si siede su una grossa poltrona di vimini al centro della stanza illuminata da una luce soffusa.
Numerosi punti di svolta hanno segnato la sua vita. Quello decisivo è stato senza dubbio il momento in cui ha deciso di essere pienamente sé stessa. Dopo essere stata licenziata a causa del suo orientamento sessuale Rossella decide di andare a Genova. Qui inizia a lavorare, libera finalmente di poter vivere la propria sessualità senza ostacoli e ipocrisie. “Negli anni da qui sono passati tutti: calciatori, marinai, preti. La polizia ci dava la caccia, le retate c’erano quotidianamente. Ma non potevano trattenerci e dopo un giorno si ricominciava”.
Le protesi al seno, l’elettrocoagulazione al viso e un piccolo intervento al naso hanno segnato definitivamente l’affermazione della propria identità. “Finalmente ho iniziato a vivere ogni giorno da donna, sempre”, dice Rossella.
Con “Storia di Rossella” raccontiamo la storia di una scelta forte, quella di affermare il proprio essere andando contro le ipocrisie di una società chiusa di giorno e molto più comprensiva di notte.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703609