l transatlantico Titanic, è assurto a simbolo del periodo che caratterizza il continente europeo dal 1871 al 1914, anno dell’inizio del primo conflitto mondiale. Un periodo di sviluppo tecnologico impressionante: nasce l’industria chimica. Nelle industrie, macchine, navi, le grandi opere si costruiscono in acciaio. Si crea la possibilità di usare l’energia derivata dall’elettricità e dal petrolio, con enorme vantaggio nei tempi e nei costi di produzione. Il Titanic è stato dunque figlio di questa profonda innovazione tecnologica, di questo dilagante progresso scientifico, di questo diffuso benessere e dell’ ottimismo di inizio 900. Il 14 aprile 1912, in seguito all’impatto con un iceberg durante il suo viaggio inaugurale, muoiono oltre mille e cinquecento passeggeri. E muore anche l’Ottocento e i suoi ideali, le speranze di un intero secolo, basato su una visione eurocentrica del mondo. L’affondamento del Titanic suscitò uno shock enorme nell’Europa intera. Nulla fu più come prima. Ne abbiamo parlato con il sociologo Jean Pierre Keller, il giornalista e velista Donatello Bellomo e Giulia Raiteri, psicologa e psicoterapeuta junghiana.

Sul ponte del Titanic
Laser 13.04.2012, 02:00
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