Tra le produzioni più attese del Festival di Salisburgo di quest’anno, Capriccio, ultimo capolavoro di Richard Strauss, diretto da Christian Thielemann alla testa dei Wiener Philharmoniker nella Grosses Festpielhaus, ha riscosso consensi unanimi quanto entusiasti. Il celebre specialista wagneriano era atteso al varco dal pubblico salisburghese, severo giudice della tradizione straussiana e segnato dal pregiudizio secondo cui un grande wagneriano non avrebbe di solito la leggerezza necessaria per rendere giustizia alle ultime opere di Strauss – pregiudizio smentito su tutta la linea. Per noi ha assistito alla serata del 31 luglio Paolo Borgonovo, raccogliendo anche l’opinione di Gian Francesco Amoroso, pianista, critico e già collaboratore del “Ridotto dell’opera”.
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