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Terezín

La musica contro l’orrore

  • 22 gennaio, 17:00
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Cimitero vicino al campo di Terezin

  • Keystone
Di: di Giordano Montecchi e Barbara Tartari 

Ufficialmente Theresienstadt,Terezín in ligua ceca, fu presentata come cittadina termale, come un ghetto del tutto “privilegiato” pensato per artisti, scrittori, intellettuali ebrei che lì avrebbero potuto proseguire le loro attività. In realtà fungeva da campo di raccolta e di transito verso i campi di sterminio, in particolare Auschwitz che era il più vicino, a meno di 500 km di distanza.

Quella di Terezín è una delle tante pagine dello smisurato tragico libro della Shoah. Ma a renderla unica sono alcuni aspetti del tutto particolari.

Innanzitutto, per quanto tardivo, Terezín fu il capolavoro della propaganda nazista. Mirava a smentire le tante voci circa persecuzioni, deportazioni (e peggio ancora) ai danni degli ebrei, dimostrando che erano illazioni senza fondamento. Ma c’era un’ulteriore finalità, molto più astuta, diabolica addirittura: accrescere l’antisemitismo dell’opinione pubblica. Mentre nel mondo infuriava la guerra, i bombardamenti mietevano vittime e i giovani “migliori” morivano al fronte, le notizie le immagini di ebrei tranquillamente dediti alle loro attività predilette, erano pensate per suscitare nella popolazione ulteriore indignazione circa la presunta, intollerabile natura parassita degli Juden.

In un certo senso potremmo definire Terezín la madre di tutte le moderne fake news.

Ma ciò che è più straordinario nella vicenda di Terezín è il modo in cui i deportati, costretti a condizioni di vita spaventose, con una forza d’animo quasi sovrumana, riuscirono, paradossalmente, a farne uno dei centri culturali più vivaci dell’Europa intera in quegli anni di guerra.

Il sadismo nazista alimentava le illusioni degli illustri deportati consentendo loro di scrivere, fare musica, fare teatro, ecc. per poi spedirli ad Auschwitz. Ma dall’orrore della loro condizione gli eroi di Terezín hanno voluto e saputo trarre un vero e proprio monumento alla civiltà umana che oggi è consegnato alla storia. Per noi, posteri, si tratta di una testimonianza abbagliante e, insieme, di un monito assordante.

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