Nel 2011 l’UNESCO ha stabilito che il 13 febbraio si celebri la giornata mondiale della radio, a ricordare quello stesso giorno del 1946, data della prima trasmissione radio dell’ONU.
Un mezzo, quello della radio, che ha cambiato veste nel corso degli anni, rinnovando i suoi contenuti e i suoi linguaggi, a supporto della diffusione della cultura, dell’informazione e della comunicazione delle idee.
La musica è stata, ed è tuttora, uno dei contenuti chiave dell’offerta radiofonica, tanto da indurre numerosi compositori a ricercare una scrittura musicale per la radio e a indagare il rapporto speciale che intercorre tra i due linguaggi.
Paul Hindemith fu uno di coloro che ebbero un ruolo fondamentale nella sperimentazione del nuovo mezzo e non è da dimenticare che la musica elettroacustica nacque proprio negli studi radiofonici di Parigi.
Le emittenti nazionali europee, a prova di ciò, furono le prime istituzioni non teatrali a fondare delle orchestre stabili. La prima fu la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin, l’orchestra della radio tedesca, seguita dalla BBC Symphony Orchestra e dalla EIAR, Ente Italiano per le audizioni radiofoniche.
Possiamo affermare che la radio sia, ancora oggi, un attore fondamentale per la creazione culturale oppure è solamente spettatrice di un’attività che si svolge altrove?
Molti interrogativi sorgono a questo proposito e i nostri ospiti ci aiuteranno a trovare qualche preziosa risposta: Carla Moreni, musicologa e giornalista del Sole24ore, insieme al giornalista Nicola Cattò, direttore della rivista Musica. Al microfono Barbara Tartari e Giovanni Conti
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