Javier Vercher sax tenore
Afrika Mkhize piano
Ayanda Sikade batteria
Bänz Oester contrabbasso
Bänz Oester & The Rainmakers
Il Sudafrica ai tempi dell’apartheid è stato una terra di diaspora per tutti, musicisti con le loro ricchissime tradizioni musicali compresi. Scelsero l’esilio, ad esempio, i componenti dello storico gruppo dei Blue Notes, o ancora Hugh Masekela e Abdullah Ibrahim. Ma anche dopo la fine del regime l’emigrazione, o comunque i contatti con il resto del mondo, sono continuati quasi fossero diventati necessità ormai nel loro DNA.
Il nostro paese e il Sudafrica hanno dato vita negli ultimi decenni a dei prolifici scambi anche a livello musicale. Il gruppo dei Rainmakers (i maghi della pioggia) è uno dei principali progetti da leader del contrabbassista bernese Bänz Oester, da sempre affascinato dalla cultura musicale africana. Nata dal suo incontro con il pianista Afrika Mkhize e il batterista Ayanda Sikade durante un festival a Città del Capo nel 2011 (di recente a Ganesh Geymeier è subentrato il sassofonista spagnolo Javier Vercher), la band ha subito iniziato a proporsi dal vivo, ancor oggi terreno espressivo di predilezione.
Due i loro dischi ad oggi pubblicati, entrambi registrati in concerto, con il secondo davanti al pubblico entusiasta di quel Festival Jazz di Willisau che è stato in passato vetrina di tutti i grandi sudafricani: tra questi Dudu Pukwana, Johnny Dyani, Louis Moholo, Makaya Nthsoko, Chris McGregor e il già citato Abdullah Ibrahim.
I Rainmakers hanno un animo profondamente ancorato nella tradizione del jazz moderno e non nascondono l’amore per l’espressività della musica di luminari come Coltrane, Eric Dolphy, Pharoah Sanders. Sono un vero unit, un gruppo che non tollera il pensiero gerarchico e dove le qualità dei singoli si trasformano in energia al servizio del suono d’assieme.
Nel repertorio del gruppo brani di propria composizione ma anche spesso citazioni dal ricco canzoniere popolare svizzero, come ad esempio l’emblematico yodel degli anni ’40 Nach em Räge schint Sunne (“Dopo la pioggia splenderà il sole”) dello svittese Arthur Beul: i maghi della pioggia evocano il sole nei nostri cuori e nelle nostre anime.
Una collaborazione Jazz in Bess - RSI Rete Due