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KÖKC Portable Infinity
Benjamin Koppel, sax
Magnus Öström, batteria
Jacob Karlzon, pianoforte
Scott Colley, contrabbasso
Una quaterna di star del firmamento jazz internazionale che arrivano da Stati Uniti, Svezia e Danimarca. Al secolo: Benjamin Koppel ai sassofoni, Scott Colley al contrabbasso, Jacob Karlzon al pianoforte e Magnus Ôström alla batteria. Già presi singolarmente fanno scintille. Basti pensare che il losangelino Scott Colley (attualmente residente in New York) ha prestato i suoi preziosi servigi a Carmen McRae, Herbie Hancock, John Scofield, Pat Metheny, Jim Hall, Michael Brecker, Andrew Hill, solo per fare qualche nome. Le sue credenziali compaiono in oltre duecento dischi. Tra i suoi maestri figura Charlie Haden, che lo ha istruito privatamente. È significativo il fatto che Colley sia un leader di rilievo, avendo composto e realizzato la musica per una serie di propri ensemble di artisti di spicco. Il suo ultimo album Seven è del 2017 ed è frutto delle abilità di Colley coniugate con il trombettista Jonathan Finlayson, il tastierista/cantante Kevin Hays e il batterista Nate Smith. Il disco è un esempio concreto ed efficace di come il piano personale e quello musicale diventino un tutt’uno, ed è dedicato a una serie di importanti mentori scomparsi di recente, tra cui Fred Tinsley e il padre di Colley. Il sassofonista danese Benjamin Koppell (figlio d’arte, visto che il padre Anders è stato il fondatore del gruppo rock Savage Rose, mentre la madre Ulla è una stimata attrice) ha all’attivo la registrazione di oltre sessanta dischi e, nel corso del tempo, ha affiancato Kenny Werner, Jim Hall, Joe Lovano, Miroslav Vitous, Randy Brecker, Sheryl Crow, solo per citare alcune delle sue numerose collaborazioni. Sebbene fosse già un sassofonista all’età di tredici anni e avesse pubblicato il suo album di debutto come leader all’età di diciotto anni, Koppel desiderava essere un batterista, ispirato dallo statunitense Bernard Purdie. Lo svedese Jacob Karlzon è una delle realtà pianistiche più interessanti dell’attuale panorama jazzistico europeo. Erede della lezione di Esbjørn Svensson ed eccellente compositore, ha preso parte in qualità di leader, co-leader o side-man, a oltre dieci lavori discografici. Wanderlust (Act Music, 2022) è il suo ultimo bel lavoro, con al suo fianco Morten Ramsbøl al contrabbasso e Rasmus Kihlberg alla batteria. Chiude il tetragono combo uno dei batteristi più entusiasmanti in circolazione: Magnus Ôström. Il suo stile innovativo ha contribuito al leggendario successo dell’E.S.T. - Esbjørn Svensson Trio, ma anche a sottolineare le performance di Pat Metheny, Benny Golson, Curtis Fuller, Buster Williams, Roy Hargrove, Nils Landgren, Mulgrew Miller e Lars Danielsson (è componente del quartetto Liberetto completato da Gregory Privat e John Parricelli). Nel corso del tempo ha rivelato anche un’eccellente vena compositiva impressa in quattro album a suo nome: Thread Of Life (2011) e Searching For Jupiter (2013), entrambi licenziati per la Act Music e Parachute (2016, Diesel Records) e, fresco di stampa, A Room For Travellers (2023). Dal 2016, con Bugge Wesseltoft e Dan Berglund (già bassista dell’E.S.T.) hanno formato la band Rymden, che unisce l’esperienza dell’ Esbjørn Svensson Trio con la nuova concezione del jazz di Wesseltoft.