Le proteste, come questa in aprile a Losanna, sono state frequenti nelle ultime settimane
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Clima, sofferenza e rabbia

Le azioni eclatanti di alcuni attivisti per l’ambiente suscitano comprensione, ma anche molte critiche

  • keystone
  • 16.11.2022
  • 29 min
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Le proteste legate al cambiamento climatico in corso stanno cambiando forma. Dopo lo sciopero studentesco, portato avanti da Greta Thunberg, negli anni abbiamo conosciuto il gruppo Extinction Rebellion. Un movimento nato a Londra il 31 ottobre 2019 e che ha fatto della disobbedienza – o resistenza - civile il cavallo di battaglia delle proprie azioni. Negli ultimi mesi stiamo assistendo a qualcosa di nuovo.

Renovate Switzerland, Just Stop Oil, Letzte Generation oppure Ultima Generazione sono i nomi che abbiamo sentito nominare più frequentemente negli ultimi tempi. Hanno bloccato strade, imbrattato opere d’arte - l'ultima, in ordine di tempo, un quadro di Gustav Klimt a Vienna - ed edifici. Ad aprile di quest’anno tutte queste campagne, in atto in 11 Paesi diversi, si sono unite in una rete, chiamata A22.

Quello che distingue queste campagne da quelle – ad esempio – di Extinction Rebellion, sono soprattutto le richieste più precise e declinate a seconda del Paese dove avvengono le proteste. In Svizzera, ad esempio, si chiede un passo decisivo per accelerare il programma di rinnovamento degli edifici, settore responsabile di almeno il 30% delle emissioni di CO2.

Le azioni di questi gruppi rimangono non violente, ma in diversi si stanno ponendo la domanda: questi movimenti diventeranno più radicalizzati e violenti?

Queste e altre domande vengono approfondite nella nostra puntata-podcast.

Con le opinioni

dei sostenitori di Renovate Switzerland e Ultima Generazione;

del professor Sandro Cattacin, direttore dell'Istituto di Ricerche sociologiche all’Università di Ginevra

e delle consigliere nazionali Jacqueline de Quattro (PLR) e Greta Gysin (Verdi)

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