La metà dei decessi nelle case per anziani: le spiegazioni dell'OMS
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Case per anziani da ripensare

Secondo una ricerca della Supsi per cure di qualità occorre una riorganizzazione del lavoro

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Discuteremo di cure di lunga durata, del cosiddetto “care”, con un’attenzione particolare alle prestazioni offerte nelle case per anziani. Questa settimana, a Berna, un gruppo di infermieri attivi in questo settore e sostenuti dal sindacato Unia hanno presentato un “manifesto” fondato su una ricerca che ha coinvolto anche la Supsi. Vi si propone, tra altre cose, una riorganizzazione del lavoro nelle case per anziani, con più tempo per la cura, maggiore autonomia decisionale, maggiore coinvolgimento di un personale curante che si ritiene troppo spesso poco ascoltato. Solo in questo modo – affermano gli infermieri – si riuscirà a garantire anche in futuro la qualità delle cure e a rispondere alle criticità con cui si confronta un settore messo sempre più sotto pressione dall’invecchiamento della popolazione: criticità tra le quali figurano un alto tasso di “turnover” e di abbandoni. Ma quanto è davvero in difficoltà questo settore? Cosa dire della qualità delle cure per gli anziani oggi e quali le prospettive per il futuro? Cosa c’è di nuovo nelle proposte elaborate dagli infermieri e in quale misura sono attuabili? Ne discutiamo con:

Nicolas Pons-Vignon, Professore in trasformazioni del lavoro e innovazione sociale, Supsi

Laurie Corna, Professoressa ordinaria in invecchiamento e qualità di vita, Supsi

Roberto Perucchi, segretario dell’Associazione dei comuni in ambito socio-sanitario e direttore dell’ospedale e della casa per anziani malcantonese.

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