Il presidente ucraino Zelensky è atteso alla Casa Bianca, e ad attenderlo c’è pure un accordo sullo sfruttamento delle terre rare. Un accordo che in realtà va ben oltre le cosiddette “terre rare”, un gruppo di 17 elementi chimici, che rari non sono ma che in natura è difficile trovare in una concentrazione tale da rendere economicamente ragionevole la loro estrazione. Estrazione complessa anche dal punto di vista ambientale.
In realtà le preoccupazioni delle grandi potenze vanno oltre le terre rare per includere le materie prime definite critiche. Materiali decisivi nei settori della transizione energetica, della digitalizzazione e anche della difesa. Per questo Stati Uniti, Unione Europea, Cina e altri paesi stanno sviluppando strategie per garantirsi l’approvvigionamento di questi materiali, o per limitarne l’accesso ad altri.
A Modem ne discutiamo con:
Sissi Bellomo, giornalista de Il Sole 24 Ore dove segue i mercati delle materie prime
Giovanni Andrea Blengini, professore al Politecnico di Torino, già responsabile scientifico della Commissione Europea per le Materie prime critiche
Davide Maria De Luca, giornalista collaboratore RSI dall’Ucraina
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