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Il caso Mongelli e gli altri irrisolti

Un libro e il punto della situazione in Svizzera

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  • 1.3.2018
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Era il 7 febbraio 2002, Luca Mongelli di 7 anni, esce di casa a Veysonnaz, nel canton Vallese, con il fratellino Marco ed il cane Rocky. La madre rientrata in casa constata la loro assenza e si mette alla loro ricerca. Un po’ più tardi, calata la sera e attirata dal cane, vede il figlio minore nascosto dietro un albero, poco più in là nella neve, quasi nudo, con parte dei vestiti impilati accanto a sé, c'è Luca, con dei graffi soprattutto sulla schiena, poco dopo cadrà in coma e si ritroverà tetraplegico e cieco.

Un caso che ha scosso l’opinione pubblica vallesana, svizzera ed italiana poiché non viene identificato nessun autore: nel 2004 le autorità inquirenti cantonali archiviano il caso designando quale unico colpevole il cane Rocky. Luca si sarebbe spogliato come riflesso allo stato di ipotermia.

A 16 anni di distanza il padre di Luca, Nicola Mongelli pubblica proprio in questi giorni L’affaire du petit Luca, un libro che ripercorre quella dolorosa vicenda che ha condotto anche al divorzio e a continui viaggi verso la Puglia, dove risiedono i figli Luca e Marco, con la loro madre.

Modem ripercorre questo caso irrisolto attraverso un’intervista con Nicola Mongelli per poi allargare il discorso ai cold case - specificità, numero, tendenze ecc. – che gli inquirenti svizzeri non sono ancora riusciti a delucidare. Intervengono:

Carlo Calanchini, psichiatra forense;

Stefano Caneppele, criminologo dell’Università di Losanna;

Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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