La Banca nazionale ha saputo limitare l'impatto sul settore finanziario
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In Guerra chi rompe paga?

Fondi russi congelati per pagare i danni all’Ucraina? Ne discute il Consiglio degli Stati

  • keystone
  • 7.3.2024
  • 30 min
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Dagli yacht degli oligarchi alle riserve estere della Banca centrale della Federazione russa, sono centinaia i miliardi di proprietà russa che l’Occidente ha congelato, dopo l’aggressione di Mosca all’Ucraina due anni fa. Miliardi che si vorrebbero poter usare per ricostruire l’Ucraina. Ma farlo, in modo legale, è più facile a dirsi che a farsi. 

Oggi a Berna il Consiglio degli Stati ha iniziato la discussione proprio sul ruolo della Svizzera nell’elaborazione di una base legale relativa al congelamento – ed eventualmente al sequestro – dei beni statali russi, in particolare quei quasi 300 miliardi di franchi di riserve estere della Banca nazionale russa, che si stima si trovino in Europa. Sette milioni e mezzo quelli in Svizzera.  

Cinque le mozioni in discussione, tutte hanno il sostegno del Governo e tutte chiedono la stessa cosa: che il Consiglio federale si faccia promotore – attivo – “affinché si istituisca una base legale a livello internazionale, che permetta che i beni di uno Stato che ne aggredisce un altro vengano confiscati e usati per risarcire l’aggredito…” attualmente una simile base legale, non esiste

Si tratta di una tematica complessa che da due anni è oggetto di analisi, discussioni e anche scontri politici a livello internazionale. E che, nel caso della Svizzera, ha implicazioni specifiche legate al suo statuto di Paese neutrale. Ne discutiamo oggi a Modem con tre ospiti: 

LORENZO QUADRI, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi 

CARLO SOMMARUGA, consigliere agli Stati PS/GE

TARCISIO GAZZINI, professore di Diritto internazionale all’Università di Padova 

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