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Iran: per una ciocca di capelli e altro ancora

Terzo mese di proteste - Arresti e condanne di moltiplicano

  • Keystone
  • 21.11.2022
  • 29 min
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Lunedì 21 novembre alle 14:00 l’Iran gioca la sua prima partita ai Mondiali del Qatar. La squadra non ha ancora deciso se intonerà l’inno nazionale o se tacerà, in segno di protesta.

Perché c’è un’altra partita che si sta giocando ininterrottamente da più di due mesi. E’ quella delle manifestazioni organizzate dopo la morte della giovane Mahsa Amini, arrestata dalla polizia per non aver indossato correttamente il velo.

Negli ultimi giorni, la collera non si è più limitata alle università o alle piazze. Ha toccato anche il gran bazar della capitale, dove i commercianti hanno scioperato e abbassato le serrande in ricordo delle 1'500 persone morte nel novembre di tre anni fa durante le rivolte scatenate dall'aumento dei prezzi del carburante.

Si muore anche in questi giorni, le forze di sicurezza usano il pugno duro contro i manifestanti definiti terroristi, gli arresti e le condanne a morte si moltiplicano.

A Modem tentiamo di districarci fra tradizioni e voglia di libertà. In un paese sottoposto all’embargo occidentale, che nega di fornire armi alla Russia in guerra, ma dove in ogni caso l’economia che arranca.

Le nostre ospiti:

  • Sarah Rusconi – Amnesty International

  • Farian Sabahi – giornalista e docente universitaria, esperta di Iran

  • Giorgia Perletta – politologa all’Uni di Bologna

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