Negli Stati Uniti il duo Trump-Musk non ha dubbi: basta con il telelavoro, per l’uno a distanza si è meno produttivi, per l’altro è questione morale. Risultato: presentarsi in ufficio. Punto esclamativo.
A cinque anni dal lockdown che nel mondo ha spinto milioni di persone a lavorare da casa oggi ogni paese, ma anche ogni settore, procede a modo suo, in ordine sparso. C’è chi ha istituzionalizzato e regolamentato la pratica. Chi ancora la contesta. Chi la vorrebbe ma non può.
In Svizzera a che punto siamo? L’autunno scorso grandi ditte come Schindler, Swatch, Swisscom e Sulzer hanno imposto ai loro dipendenti di tornare a lavorare in presenza. Ma per una fetta di lavoratori, specie i più i giovani, ne va della conciliabilità fra vita privata e vita professionale. Alcuni sono disposti a lavorare solo per aziende che prevedono il lavoro a distanza.
Modem vi propone una discussione fra bisogni, regole e restrizioni con la partecipazione di:
· MARCO TADDEI, membro di direzione dell’Unione svizzera degli imprenditori
· LUCA CIRIGLIANO, giurista e segretario centrale dell’Unione sindacale svizzera
· ANDREA MARTONE, economista e specialista di risorse umane
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
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