La domenica, a piedi
RSI New Articles 11.10.2015, 12:10
Contenuto audio
Il 6 ottobre del 1973 scoppia la guerra arabo-israeliana del Kippur, che porterà i paesi arabi a ridurre la produzione di greggio del 25 percento e ad aumentarne il prezzo per ammonire l'Occidente a non sostenere Israele. Il consiglio federale per limitare il consumo di carburante decreta allora il divieto di circolazione per i veicoli a motore. Per tre domeniche, il 25 novembre -così come il 2 e il 9 dicembre- gli svizzeri sono costretti a lasciare l’automobile in garage. Pedoni, ciclisti e cavalieri, prenderanno possesso di uno spazio solitamente riservato alle automobili.
Bocciata più volte
Da allora l'idea di una domenica senz'auto sul piano nazionale ha cercato più volte di far breccia sul piano politico, ma senza successo. Ricordiamo: l'iniziativa popolare per dodici domeniche senza veicoli a motore e aerei (1974), un’iniziativa parlamentare per otto domeniche all'anno senz'auto (1977) e l'iniziativa parlamentare per due giornate senz'auto ogni anno (1996), per poi arrivare all'ultima iniziativa popolare per una domenica senz'auto ogni stagione, bocciata dal popolo nel maggio 2003.
Declinate in un altro modo
Quarant'anni dopo le domeniche senz'auto sono ancora d'attualità. Non tanto per risparmiare carburante, quanto come un'occasione per spostarsi in bici o a piedi e per scoprire alcuni angoli della Svizzera sotto una nuova luce. Per Franziska Teuscher, oggi municipale della città di Berna, e tra i promotori dell'ultima iniziativa popolare, i vari tentativi sul piano politico non sono stati infruttuosi e lo dimostrerebbero: le giornate slowUp, l'estensione delle aree pedonali, la creazione di insediamenti per persone senz'auto. Tutti indicatori che la popolazione si è abituata a spostarsi anche senza auto.